Un po’ di verità. Ecco cosa mi serve, ecco cosa serve. La verità è il contrario della pubblicità, dell’informazione mediatica, della comunicazione nella sua moderna accezione.
La verità è complessa, difficile da accettare anche quando è lampante. La verità è aperta, completa. Perché contiene in se tutto e non tralascia le parti meno pregiate, quelle più fastidiose, sconvenienti.
I nostri rapporti sociali passano sempre più per gli schermi dei tablet, dei computer, dei monitor e delle tv. Lasciamo apparire sempre e solo la parte che ci sembra migliore, quella più accattivante, quella che “I Like!”. Molti pensano di essere perennemente in esposizione dentro una vetrina, in attesa del cliente buono che li porti via per metterli, magari, sotto una campana di vetro.
Molti vorrebbero sentire tutto tranne che la verità; a volte per noia, a volte perché fa comodo, a volte per non essere ciò che non si accetta di essere.
La verità è che siamo uomini, fragili, forti, soli, sociali, vigliacchi e temerari. La verità è che non ci interessa la verità. Ci accontentiamo del suo surrogato disidratato, polverizzato, preconfezionato. Che non lasci odore, anzi, che non lasci proprio traccia. Insomma, una cosa che si può rimuovere alla bisogna, con poco sforzo e in poco tempo come se mai si fosse poggiata sulla nostra vita.
Bene, io di questo surrogato non me ne faccio niente. Ma osservo la gente che lo acquista con facilità e lo usa come cerone per la propria maschera, lavandolo via per metterne su uno di un altro colore quando serve.
La verità mi fa libero. Ecco perché la cerco e non voglio accontentarmi di altro. Anche quando mi sveglia nel cuore della notte, anche quando mi da un calcio nel culo per non lasciarmi seduto sul comodo divano della sapiente ignoranza.
Un po’ di verità, ogni giorno, grazie.